Questa settimana ho affrontato nel mio podcast Simplyoga il tema dell’uso dei social, al bivio tra frustrazione e ispirazione.

Le domande che ho posto a me stessa e alla mia comunity che mi segue anche su Instagram sorgono sia dal punto di vista sia di utente sia di creatrice di contenuti, che nel mio caso riguardano il mondo dello yoga e del benessere olistico.

Uso dei social: perché farsi delle domande

Su social, soprattutto su Instagram, è ormai consuetudine diffusa l’elargire consigli su vari aspetti della vita privata del singolo (genitorialità, alimentazione, mindset, modo di viaggiare, di vivere e di muoversi.

Sono consigli diffusi da miriade di persone, più  o meno autorevoli e competenti, che dai loro profili patinati professano la loro opinione alla loro nicchia di riferimento.

Ma quale effetto possono sortire tali consigli?

La nutrizionista che crea ricette “rapide, veloci e sane”,  l’esperto di genitorialità che invoca all’empatia e alla disciplina dolce,  l’insegnante di yoga che incoraggia a iniziare la giornata con 15 minuti di yoga (presente!), da un lato ispirano a migliorarsi, dall’altro creano nell’utente un senso di inadeguatezza rispetto alla loro situazione di partenza e all’effettiva possibilità di mettere in pratica questi consigli.

flatlay con libro aperto, i phone bianco e tazza di caffè latte su sfondo biancoUso dei social: il privilegio dei content creator

Le perosone che diffondono questi messaggi sono spesso percepite come privilegiate perché dispongono di tempo per cucinare,  di aiuti in casa o con i figli, di case spaziose, outfit bellissimi e una situazione aulica che permette loro di mangiare sano, educare con calma, fare yoga e dedicarsi al loro benessere psico-fisico.

Del resto, queste considerazioni, non tengono però conto che per la creazione di questi contenuti rientra spesso nel monte ore di lavoro dell’esperto in questione, con l’obiettivo di diffondere il proprio messaggio e vendere i propri servizi e prodotti.

I social sono un ottimo mezzo per raggiungere un maggior numero di persone, ma richiedono di stare a canoni estetici e comunicativi che spesso non rispecchiano la reale quotidianità dell’utente. (ndr: se negli anni 90 eravamo vittime della famiglia Mulino Bianco, è evidente i mezzi sono cambiati ma i messaggi restano gli stessi)

vasca da bagno con candele e prodotti di bellezza, dai colori bianco e rosa cipria

Uso dei social: quali domande porsi

Nel mio piccolo spazio on line, in cui parlo di yoga, meditazioni e benessere, mi sono chiesta: è giusto? Ha senso? Fino a che punto?

Se voglio parlare di yoga e diffondere un’idea di benessere psico-fisico adatto a tutti, lungi da me  creare in chi mi segue un senso di insofferenza e di disagio.

Ok allora perché farlo?

Amo lo yoga, so quanto faccia bene perché  ha fatto bene a me e il mio scopo è farlo conoscere a quante persone possibili.

Instagram è un mezzo che mi permette di farlo, che uso per creare una sorta una bolla in cui si possa trovare ispirazione, calma, good vibes.

Allo contempo sono consapevole che Instagram è una sorta di mercato del pesce, nel quale sei sommerso dalle urla di ogni tipo di profilo che vende il suo servizio, la sua idea o la sua immagine.

Tante volte mi chiedo se davvero voglio buttarmi in questa mischia che – da utente – mi infastidisce spesso.

Uso dei social: consigli per un approccio sano

Se  l’uso dei social ti provoca un senso di frustrazione, disagio o inadeguatezza, è il momento di rivederlo.

Gli aspetti che da tenere a mente per un’uso sano dei social sono:

  • i social non rappresentano la vita delle persone che lo abitano, ma solo una piccola parte (quella che decidono di mostrare)
  • i social possono ispirare un cambiamento positivo (che si tratti di alimentazione, movimento, consumi etici ecc) ma non devono portare frustrazione
  • se arriva la frustrazione, non porti domande sulla tua vita, ma chiediti come stai usando i social

Non dobbiamo rivedere noi stessi e la nostra vita in funzione dei social, ma rivedere i social in funzione di noi stessi e della nostra vita.

  •  i social non sono lo specchio di nessuno, ma possono essere una fonte di ispirazione, un luogo di scambio di opinioni o dove fare belle conoscenze (magari da portare nella vita reale). Quando assumerai questa consapevolezza, smetterai di provare frustrazione.
  • ricorda che i social sono strumenti di marketing, sono fatti per creare dipendenza, per alimentare un senso di incompletezza, e far nascere nell’utente il bisogno di avere altro per sentirsi migliori. Ti consiglio il documentario Netflix The social dilemma.

L’uso dei social nello yoga

Ho parlato già dei pro e contro della diffusione dello yoga su Instagram in questo post.

Nel mio piccolo mondo on line, il mio obiettivo è creare  dei brevi momenti di ispirazione.

Ispirazione a fare un respiro per gestire meglio lo stress, a prenderti 5 minuti la mattina o la sera per recitare un mantra che  ti  faccia stare bene durante la gioranta, ispirazione a iniziare a fare yoga, con me nella mia piattaforma on line, oppure nel centro vicino a casa. Ma nulla di più.

Perché ognuno di noi ha le giornata incasinate, ha mille cose a cui pensare, più o meno problematiche, le corse da fare per far stare in equilibrio tutto. Lo yoga, la meditazione, possono però cambiare il modo, l’attitudine, lo stato d’animo con cui affrontare tutto ciò. 

Ed è solo questo il messaggio che io voglio lasciare.

Ora che ti ho raccontato del mio progetto on line, ti invito a visitare la mia pagina Instagram e ad ascoltare il mio podcast Simplyoga, con la speranza di ispirarti ad un piccolo cambiamento positivo per te stesso e il tuo benessere.